domenica 25 novembre 2012

Guida per viaggiare con un avaro

L'avarizia, come l'invidia, è un peccato impopolare: non per la diffusione, che è largamente superiore a quella della lussuria (praticata solamente da pochi devoti), ma per la reticenza dei peccatori, pronti ad ammettere eccessi di gola e di ira, ma raramente disposti a riconoscere una debolezza che è il motore segreto di quasi tutte le loro azioni.

L'avaro perciò non cerca, a differenza dei golosi, la compagnia dei suoi simili. anzi la sfugge come la peste.
Non calcola però - in una esistenza dominata dal calcolo - che la sua malattia è contagiosa e finisce per trasmettersi, sia pure in forme meno intense, a quelli che entrano in contatto con lui.
Perfino le persone prodighe diventano, con un avaro, oculate, attente improvvisamente alla ripartizione delle spese.
Del resto il giocatore che ha perso dieci milioni non accetta di essere derubato neanche di un gettone dal vicino di banco.


La partita del dare e dell'avere soffre infatti, nell'avaro, di evidenti distorsioni e mai a suo sfavore. Se vi chiede un milione di euro e gliene date novecentomila, si sentirà defraudato di centomila euro. Ma se voi gliene chiedete un milione e lui ve ne dà centomila, il bilancio sarà che vi ha dato quella cifra che voi avete avuto il coraggio di negargli.


Per convivere con gli avari, anche solo per un viaggio, occorre immedesimarsi nelle loro reazioni.
Non è facile.
Io avevo escogitato anni fa un piccolo sistema. Moltiplicavo mentalmente per tre tutti i prezzi e così riuscivo a vederli come li vedevano loro. Nessuna persona normale rinincerebbe all'acquisto di una guida perché il prezzo è di cinque euro. Se però diventasse di quindici euro, sarebbe giustificata qualche riflessione, ce nell'avaro si trasforma invariabilmente in un rifiuto.


Questo sistema, apparentemente funzionale, può avere però bisogno di amplificazioni di scala. In certi casi non basta moltiplicare per tre, ma per sei. In un giorno di afa una bibita di 2 euro, anche se moltiplicate per tre, non vi creerebbe problemi. Ma all'avaro sì. A quale cifra salire per condividere o per lo meno decifrare il suo comportamento? A 18. grazie alla moltiplicazione per sei. Ecco, a quel prezzo forse esitereste anche voi.


E mentre acquistate la bibita che continua a costare 2 euro, potete capire l'avaro che al vostro fianco, terreo, il viso imperlato di sudore, balbetta: "Grazie, non ho sete".



Giuseppe Pontiggia 

Nessun commento:

Posta un commento