lunedì 21 gennaio 2013

Conversazioni


Uno

E: "E comunque, secondo me, i gay sono malati"
E: "Beg you pardon? (che starebbe a dire: ma che caxxo stai dicendo?)"
E: "Sì, insomma, malati. Hanno un gene difettoso. Un po' come i down"
E: "E, sempre secondo te, andrebbero curati..."
E: "No, non in quel senso. Non dico che sia una brutta malattia..."
E: "... e se fosse tua figlia?"
E: "Ah, mia figlia non è di certo gay..."

Due

S: (4 anni e mezzo) "Sai, mamma, non sono più fidanzata con A. Ora lo sono con Y."
T: "Ah... "
(Y. è un compagno di S. Mamma e papà non sono italiani e sono mussulmani. La mamma porta sempre il cappello, l'amica il foular. Y. e la sorella J. sono due normalissimi bambini.)
S: (mamma di C:) "Per me, a priori, è no. Che appena si sposa le fanno mettere il velo e dovrà fare le preghiere tre volte al giorno. Come minimo."
E: "Sarà ma io non ci vedo niente di male"
S: "E se fosse tuo figlio?"


Alla fine il busillibus si condensa in una sola frase: "E se fosse tuo/a figlio/a?"

5 commenti:

  1. Appunto. E le tue di risposte al "e se fosse tuo figlio"?

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  2. Ti dirò... avrei più difficoltà a rispondere alla seconda questione, quella religiosa.
    Insomma che se fosse gay non ci vedrei niente di male ma se cambiasse credo e cultura. Probabilmente sarebbe lo stesso.
    Pensa se fosse gay e si innamorasse di un ebreo. Un disastro!

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  3. Un ebreo gay ancora lo devo conoscere! Però ecco, se è un ebreo circonciso dicono che è meglio (sai com'è).
    In ogni caso sarebbe tutto un paradosso e non credo capiterebbe mai. Tuttavia anche se fosse, non basterebbe l'amore?

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  4. Basterebbe l'amore...
    Secondo me la questione più importante è se mio figlio sia felice o no. In fondo quello che vogliono tutte le mamme è che i figli siano felici a prescindere: gay, lesbiche, trans, neri, bianchi, mussulmani o ebrei.
    (ho dimenticato qualcuno?)
    L'importante è il rispetto verso se stessi e gli altri.
    Nel senso: "prova quel che vuoi ma non ferire nessuno e non farti ferire da nessuno."

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  5. Il tuo "a prescindere" stona un po'; e te lo dice una che sa che vuol dire. Ma non è questo il problema.

    Il fatto è che noi siamo di una generazione più tollerante sotto certi punti di vista, le generazioni passate non del tutto (poi dipende dalle persone, chiaro). La felicità è un ingrediente imprescindibile per ognuno di noi, ovvio, ma non è detto che la mia felicità sia proporzionata a quella che si aspetta un genitore per me. E' questo il punto centrale oltre a quello dell'amore: l'aspettativa nei confronti del figlio/a.
    Di conseguenza, basta l'amore? Basta saper tuo/a figlio/a felice per rompere certi tabu?

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