Adamsberg parcheggiò l'auto di fronte al mae, quando la strada cominciò a diventare sabbiosa. I suoi orologi e l'altezza del sole indicavano più o meno le sette e mezzo. Spiaggia liscia, distesa deserta, con gruppi di uccelli bianchi e silenziosi.
Scese senza far rumore. Il mare calmo e l'azzurro intatto del cielo gli sembravano molto provocatori, poco in sintonia anche con il suo stato d'animo nei confronti di Zerk: agitazione, stordimento, che spuntavano come sciocchi fili d'erba su un mucchio di macerie. Sarebbe stata più adatta una selvaggia tempesta sull'oceano e poi, quella mattina, un cielo coperto, dove non si distingue la linea dell'orizzonte. Ma la natura decide da sé, e se imponeva quell'immobile perfezione, lui era pronto a interiorizzarla per un'ora.
- Plog, - disse.
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