giovedì 31 maggio 2012

S. Paolo II - la vendetta

Questa volta sembrava di essere in un episodio di 'Grey's Anatomy'.
Visita di controllo e Plestimografia Corporea (che detto così sembra chissa che ed è una Spirometria in cabina con blocco). Per il reparto di Pneumologia girano dottori e dottoresse giovanissime, tutti specializzandi o tirocinanti. Finito l'esame e il controllo, vado a mangiare un panino al bar dell'ospedale dove ritrovo i sopracitati a mangiare chi il panino chi qualcosa portato da casa.
Tra una cosa e l'altra arrivo finalmente a casa dove trovo cinque chiamate dal n° 8184. E' l'ospedale che, proprio un minuto fa mi ha richiamato. Era la cassiera dove ho pagato la visita e l'esame, tot. euri 78,30. La cassiera dice che le mancano 12-13 euri ed è convinta di avermeli dati in più. Io sono convinta di avere dato 90 e di aver ricevuto 11,70 di resto (10 dei quali ho usato poi al bar per il panino, neanche li avevo messi via nel portafoglio).
Bel busillibus. Io manco so quanto avevo nel portafoglio.
Visto che la prossima visita e il prossimo esame (5 novembre) mi costeranno altrettanto se non di più, tanto vale tenerseli quei pidocchiosi 10 euro.
O no?

Forse dovrei chiedere all'amica "avvocata"



lunedì 28 maggio 2012

Giornata S. Paolo

Mattinata trafficata al S. Paolo.
Alle 10 avevo appuntamento con il Dr. Lozza per una visita O.R.L. (Otorinolangoiatra per i novelli come me). All'Amplifon mi avevano detto di andare al 9° piano. Arrivo all'entrata dell'Ospedale e leggo le indicazioni per trovare l'ambulatorio. Nessuna traccia di O.R.L. Chiedo al custode che mi manda all'8° piano, sezione B. Prendo l'ascensore (che, come in tutti gli ospedali, è un terno all'otto) e arrivo al piano 8. Leggo: 'Reparto maxillo-facciale'. Di ambulatorio O.R.L. ancora nessuna traccia e sono già le 10 passate. Decido allora di salire, a piedi questa volta, al piano 9. Leggo: 'Centro per l'epilessia e Clinica del sorriso'. neanche qua. Allora si torna giù di sotto e si aspetta. Chiedo a un infermiere dov'è l'ambulatorio dell'otorino e lui mi indica una stanza vuota. Aspetto. E sono le 10.15. Alle 10.20 mi decido, finalmente, a chiedere a un chirurgo di passaggio. "Il Dr. Lozza è al 9° piano". Bene! Torno su di nuovo. Noto il cartello 'Otorinolangoiatra' che non avevo visto prima, l'ufficio medico, l'ambulatorio e la segreteria tutto insieme. Urrah! Sono ormai le 10.30. Mi metto come un avvoltoio di fronte alla porta aperta della segretaria e aspetto che la poveretta finisca almeno 4 telefonate a raffica. La signora, molto gentile, chiama il Dr. Lozza (che mi stava cercando in giro per l'ospedale) che compare 5 minuti dopo. In meno di mezz'ora la visita è fatta. I timpani sono in buono stato, il problema è interno, probabilmente causato dalla forte anestesia per il mio intervento di scoliosi di vent'anni fa. Per maggior sicurezza va fatta una Risonanza Magnetica. 
Ringrazio il Dr. Lozza e, prima di andare a pagare la visita e prenotare la MRI, scendo al 7° piano a salutare i 'colleghi' A.b.i.o. (con una mezza promessa di tornare anche io a settembre).
Eccomi finalmente alle casse. Per pagare non c'è fila (98 euri) e me la cavo in un baleno. Tutt'altra storia per la prenotazione. Prendo il biglietto e aspetto. Il display segna 170, il mio numero è 239. Un po' di attesa poi un salto al bar a prendere un panino e una bottiglietta d'acqua. Tempo di leggere un po' sul Kindle e di guardarmi in giro. Tornando dal bar leggo che per gli esami prescritti dopo una visita odierna ci vuole la lettera C. Io ho la A. Mannaggia! Riprendi un altro numerino. Il display segna 87, il mio è 110. Aspetta ancora e fai la gara a chi arriva prima, la A o la C? Vince la A! Mi avvicino allo sportello e la signora dietro al vetro mi dice: "Le prestazioni di Medicina Nucleare vanno prenotate direttamente in ambulatorio. Piano -2" (e noi eravamo a -1). Rassegnata vado al piano -2, Medicina Nucleare. Davanti a me solo un signore che, appena sente la frase "radioattività, stare lontano da bambini e donne incinte per almeno un giorno dopo l'esame che dura dalle 3 alle 4 ore" si caga sotto e chiede delucidazioni, spiegazioni, di tutti e di più e se ne va dopo mezz'ora. Io, sorridendo, mi avvicino allo sportello e alla signora dietro al vetro che durante la conversazione con il signore mi lanciava sguardi come per dire "ah, stì uomini paurosi" e il "mi scusi, sa". La signora, puntualmente (ormai ci avevo fatto il callo9 mi dice: "Per questi esami si va direttamente in Radiologia non qua". Vabbè, come non detto. 
Finalmente, in Radiologia, mi danno un appuntamento per il 3 settembre e mi riempiono di scartoffie da compilare e un esame del sangue da fare.
Ce l'ho fatta.
Trionfante esco nell'aria maggiolina e calda. Sono le 13.00.


Mi chiedo: la mia prima MRI. Sarà come essere in un episodio del Dr. House. Cool!


Menu del giorno

Giocando sotto la 'Nave Pirata' sul lungomare. 30°- 40°
"Allora, cosa vuoi da mangiare?"
"Un bell'osso buco! E' tanto che non ne mangio. Con le carote il sedano e un po' di salsa"
"E tu?"
"Voglio la cassoeula!"
"Ma tutte robe complicate!". Si ripara nella sua 'cucina' e ne esce poco dopo portando dei piatti immaginari.
"Ecco qua la tua cassoeula bella calda. E per te il tuo osso bucato"

Ovviamente era tutto buonissimo.

lunedì 21 maggio 2012

Parto e collaterali



Then the doctor told her quite sternly that she must PUSH, and she did, and then she felt something being taken from her. It was a clear and distinct feeling, one she would never forget - the thing taken.


Another sign - and they were multiplying all the time - that there was another human being in the place, not just a carbon copy of one of them or a combination of both. It made her a little sad. Someday her child would be a strange to her, and she would be a strange to him...


domenica 13 maggio 2012

Una scrittura femminile azzurro pallido


Leonida si girò di scatto. Amelie disse allora: "Quand'è che ti decidi a guardare la posta?".
"Che noia mortale" mormorò lui, guardando attonito la pila di lettere su cui la sua mano continuava a posarsi, esitante e riottosa. Poi sfogliò le lettere come fanno i giocatori con un mazzo di carte e le guardò con l'esperienza consumata del funzionario a cui basta una mezza occhiata per capire che cosa c'è di importante nella "corrispondenza in arrivo". Erano undici le lettere, di cui dieci scritte a macchina. Tanto più eloquente spiccava in quella serie amorfa l'undicesima lettera scritta a mano con inchiostro azzurro pallido. Una scrittura femminile, i caratteri grandi, un poco ripidi e severi.
...
Come tutti gli altri funzionari dello Stato di grado elevato, il capodivisione non teneva i signori ministri in particolare considerazione. Questi ultimi cambiavano di continuo, infatti, in base ai giochi di forza politici, mentre lui no, lui e i suoi colleghi restavano al loro posto. I ministri, portati alle stelle dai partiti per poi essere spazzati via da questi stessi partiti, somigliavano perlopiù a poveri naufraghi aggrappati disperatamente alle zattere del potere. Non avevano né la giusta visione per comprendere i labirintici iter del lavoro ministeriale né la giusta sensibilità per le sacre regole della burocrazie fine a se stessa. Nella stragrande magigoranza dei casi, erano uomini rozzi e mediocri che non sapevano far altro che sforzare la loro voce sguaiata per parlare in riunioni di piazza o bussare con fastidiosa insistenza alle porte di servizio degli uffici ministeriali per raccomandare i loro compagni di partito o le loro famiglie.

lunedì 7 maggio 2012

Datti all'ippica

Sentita questa mattina su RMC:

L'autore dell'espressione è Achille Starace, gerarca fascista. Nel 1931 Starace, dovendo rappresentare il Partito Fascista presso un convegno di medicina, vi arrivò con un'ora di ritardo. Di fronte all'irritazione dei medici, Starace si giustificò affermando che non avrebbe potuto rinunciare alla sua cavalcata quotidiana, esortando gli ascoltatori a uno stile di vita meno intellettuale e più fascista con le parole: Fate ginnastica e non medicina. Abbandonate i libri e datevi all'ippica. L'espressione divenne proverbiale.

Un luogo incerto





Adamsberg parcheggiò l'auto di fronte al mae, quando la strada cominciò a diventare sabbiosa. I suoi orologi e l'altezza del sole indicavano più o meno le sette e mezzo. Spiaggia liscia, distesa deserta, con gruppi di uccelli bianchi e silenziosi.
Scese senza far rumore. Il mare calmo e l'azzurro intatto del cielo gli sembravano molto provocatori, poco in sintonia anche con il suo stato d'animo nei confronti di Zerk: agitazione, stordimento, che spuntavano come sciocchi fili d'erba su un mucchio di macerie. Sarebbe stata più adatta una selvaggia tempesta sull'oceano e poi, quella mattina, un cielo coperto, dove non si distingue la linea dell'orizzonte. Ma la natura decide da sé, e se imponeva quell'immobile perfezione, lui era pronto a interiorizzarla per un'ora.

- Plog, - disse.

sabato 5 maggio 2012

Revival

Impressionante...
Girare per la rete e ritrovare uno con cui chattavo sul mitico Icq più di venti anni fa.

gosh!

mercoledì 2 maggio 2012

Passami il sale



Se prima pensavo di non capire la politica, adesso ne so anche meno e quello che so è quello che c'è veramente.
Tanta tenerezza per Clara Sereni quando parla come mamma. Mi ricorda molto una mamma di un mio compagno delle elementari che credo avesse lo stesso problema psicologico.
Mi piacerebbe leggere il suo 'Casalinghitudine'.