venerdì 14 giugno 2013

Il tenente Sturm

"E' una caratteristica tipica dell'ebbrezza da alcol. Ma si avvertono cento volte al giorno desideri che affiorano dal fondo del cervello e poi passano. Si vorrebbe scoppiare in una risata insensataa, picchiare un pugno sul tavolo, stabilire un contatto con un altro uomo rivolgendosi a lui bruscamente o amabilmente. A volte si prova anche il desiderio di fare una smorfia, di toccarsi il naso con la punta della lingua o fischiare una melodia folle. E magari, quando ci si trova da soli nella propria stanza, si assecondano addirittura queste voglie. In presenza di qualcun altro, però, si cela dietro la maschera delle convenzioni questa danza delle brame che aspirano incessabilmente a manifestarsi.
E' appunto questa inibizione che viene meno sotto l'effetto dell'alcol. Ci si mostra senza veli. Questo non significa che con ciò si riveli la propria essenza autentica, perché l'essenza autentica di un uomo è qualcosa di cui ci si può fare un'idea tanto poco come è possibile rappresentarsi la cosa in sé. le personalità perdono però il loro guscio e si confondono insieme più facilmente. I sentimenti entrano in contatto immediato, non vengono più separati da atteggiamenti come la cortesia, la riflessione, la timidezza e il ritegno. Ci si scambia amichevolmente manate sulle spalle, se se ne ha voglia, oppure, se si tratta di una fanciulla, le si passa la mano attorno alla vita. Si lasciano fluire i sentimenti. Si ha questa sensazione: solo nell'ebbrezza, solo in questo attimo che si vorrebbe fermare, la vita ha qualche valore."


mercoledì 5 giugno 2013

L'assenza

L'ho ritrovata.
Era lì sotto i miei occhi già dal giorno in cui l'ho persa. Sul marmo del mobile in bagno.
E' che aveva lasciato il segno, sul pollice. Un cerchio sottile più chiaro e leggermente infossato.
Ho l'abitudine di spostarla con le altre dita, un giochetto fatto sovrappensiero e in quel momento mi ero accorta di averla persa.
Ora che è tornata sul suo leggitimo dito, non la sento quasi più, fa parte di me come glia ltri due anelli.
E' solo quando non c'è che mi accorgo della sua assenza.

Quante cose diamo per scontate...

lunedì 3 giugno 2013

La sicurezza degli oggetti

L'ho persa di nuovo.
La fede.
Quella che porto al dito, intendo.
Anche se questa volta non è quella fede ma una fedina d'argento che portavo al pollice sinistro per un pizzico di vanità, io che non indosso altro che le mie fedi.
Tra l'altro non è neanche la prima di fede che perdo.
Due volte ho perso quella matrimoniale.
Una volta aspettando la metropolitana. Ritrovata per puro caso sull'orlo della pensilina. Come per dire, occhio che siete sul baratro.
La seconda volta quando è nato Stefano. Il quasi neo papà mi disse di consegnargliela casomai mi gonfiassi durante il parto. Detto fatto, si volatilizzò per tre mesi, tanto che alla fine me ne sono fatta regalare un'altra. Poi, dopo la latitanza, mio suocero la ritrova in mezzo a delle guarnizioni per un rubinetto. Sa il diavolo cosa ci faceva lì.
La fedina d'argento invece l'ho persa ben tre volte.
La prima al supermercato. Tra una zucchina e un peperone è sfilata via. Me ne sono accorta alle casse e sono tornata dalle zucchine. Un ragazzo stava facendo le pulizie e l'aveva ritrovata. Fortuna.
La seconda in casa. Facendo pulizie o giocando con il pupo. Ed è finita sul pavimento nella cameretta. Quella volta l'ho ritrovata.
Questa volta invece è sparita davvero. Il problema è che non so dove. Me ne sono accorta venerdì dopo la palestra quando sono arrivata a casa e mi sono fatta il bagno. Il dilemma è dove? In palestra? Non c'è più speranza. In casa? Ho cercato ma niente.
Mi sa che questa volta l'ho proprio persa.

Forse certe cose sono fatte per essere perse...