lunedì 17 dicembre 2012

17/12/12

Ecco. Il giorno fatidico è arrivato. Due mesi a prepararsi, esercitarsi e ora sono qua sola davanti a un pc, con il cervello pronto e fibrillante.

La prima schermata è solo di dati personali da inserire. Ci metto un secondo ed è fatta. 
Ed ecco quello che tutti aspettavamo: il quiz.
Ognuno ha il suo, diverso da tutti gli altri. Siamo solo in 18 (e io che mi aspettavo una roba tipo la maturità e invece siamo pochi e addirittura c'è chi non si è presentato).
Un click su 'avvia' e inizia il conto alla rovescia.
50 domande
50 minuti

La prima domanda mi manda un po' in panico: "Cinque persone si dividono equamente una somma di denaro. Se il denaro, anziché per cinque, fosse stato diviso per quattro, ciascuno avrebbe ricevuto 40 euro in più. A quanto ammontava la somma di denaro da dividere?"
Decido di saltarla.
A casa, in questi mesi, si parlava di rispondere contro non-rispondere e alla fine si era deciso per il no.
Meglio va, passiamo all'altra.
La seconda va meglio. E' un'equazione abbastanza semplice e ci vuole poco per risolverla.
Speriamo solo di non beccare quella di Giacomo che gioca con i cubi...
Ecco adesso attacca con gli insiemi. Che, a prima vista sembrano semplici ma un po' bisogna ragionarci. 
"Con riferimento alla Figura 1, Individuare il diagramma che soddisfa la relazione insiemistica esistente tra i termini dati: Appartamenti, Cucine, Piatti". 
Urca! Dunque... negli appartamenti ci sono le cucine, nelle cucine ci sono i piatti. Vabbè, sarà lo schema 6? Speriamo di averla azzeccata.
Dopo la logica matematica è il momento di quella verbale. Dunque...
"Solo se conservati nel congelatore, i surgelati non si deteriorano". In base alla precedente
affermazione, quale delle seguenti NON è necessariamente vera?"
Ecco, queste mi fregano sempre. Praticamente ci sono quattro risposte simili e vai a beccare quella giusta. Bah... saltiamola va. Anzi, no, provo a rispondere. Speruma ben...
Ecco! Siamo alle serie dove si deve scartarne una o continuare con un aggettivo simile.
"Rapido» sta a «rapidissimo» come «vasto» sta a ..?.." dai questa è facile!
"Se «Andrea adora tutti i cibi salati», «ad Andrea non piace la maggioranza dei dolci» e «la cassata è un dolce siciliano», allora si può logicamente concludere che...." ovvio, non si è sicuri se ad Andrea piaccia la cassata!
E poi... informatica. La maggior parte delle nozioni le so perché uso spesso il computer. Eppure a volte le sbaglio. Oggi mi va abbastanza bene.
"Avendo un file salvato su Pen Drive, è possibile accedervi direttamente e modificarlo?" no neh, bisogna prima salvarlo sul disco fisso. O no? 
A questo punto anche le risposte esatte sembrano sbagliate.
E, infine, ecco ci siamo qua nono posso sbagliare. Inglese.
"I wish it .... rain!" would, assolutamente, visto che le altre non c'azzeccano per niente.

Finito! L'ho finito. E mi avanza ancora del tempo.
Cià, diamo un'occhiata finale...
Ok, alla prima finalmente riesco a rispondere: 800!
Vediamo un po'... ho saltato 5 domande quindi dovrei aver fatto 45. Ma di 7 delle 45 non sono sicura di aver fatto giusto. E se fossero tutte sbagliate? Finirei con un 34,5. No, così sarei bocciata. 
Ok, ragioniamo. 
Se ne tolgo ancora una di cui non sono sicura verrebbe: 50-6=44. Meno 6=38. Meno 3=35.
Sì, così sarei sicura di passare comunque.
E allora ne tolgo una!
Cavolo, è finito il tempo!
Ora passa a controllare.............................................
...................................
Tadaaaaaan: esame superato. Voto: 38.

Urca. Non me l'aspettavo!
Evvvaaaaiiiii!!!!!!




Ora però sì che mi tocca studiare e ripassare inglese!
No no, fin dopo Natale non se ne parla.
Tanto le date dello scritto escono il 15 gennaio.
Ora di far riposare il cervello!


E vai così!!!




giovedì 29 novembre 2012

Dubbi amletici

Com'è che la tinta ai capelli si sclora dopo due lavaggi e invece il grembiule di mio figlio manco a metterlo in candeggina?


domenica 25 novembre 2012

Guida per viaggiare con un avaro

L'avarizia, come l'invidia, è un peccato impopolare: non per la diffusione, che è largamente superiore a quella della lussuria (praticata solamente da pochi devoti), ma per la reticenza dei peccatori, pronti ad ammettere eccessi di gola e di ira, ma raramente disposti a riconoscere una debolezza che è il motore segreto di quasi tutte le loro azioni.

L'avaro perciò non cerca, a differenza dei golosi, la compagnia dei suoi simili. anzi la sfugge come la peste.
Non calcola però - in una esistenza dominata dal calcolo - che la sua malattia è contagiosa e finisce per trasmettersi, sia pure in forme meno intense, a quelli che entrano in contatto con lui.
Perfino le persone prodighe diventano, con un avaro, oculate, attente improvvisamente alla ripartizione delle spese.
Del resto il giocatore che ha perso dieci milioni non accetta di essere derubato neanche di un gettone dal vicino di banco.


La partita del dare e dell'avere soffre infatti, nell'avaro, di evidenti distorsioni e mai a suo sfavore. Se vi chiede un milione di euro e gliene date novecentomila, si sentirà defraudato di centomila euro. Ma se voi gliene chiedete un milione e lui ve ne dà centomila, il bilancio sarà che vi ha dato quella cifra che voi avete avuto il coraggio di negargli.


Per convivere con gli avari, anche solo per un viaggio, occorre immedesimarsi nelle loro reazioni.
Non è facile.
Io avevo escogitato anni fa un piccolo sistema. Moltiplicavo mentalmente per tre tutti i prezzi e così riuscivo a vederli come li vedevano loro. Nessuna persona normale rinincerebbe all'acquisto di una guida perché il prezzo è di cinque euro. Se però diventasse di quindici euro, sarebbe giustificata qualche riflessione, ce nell'avaro si trasforma invariabilmente in un rifiuto.


Questo sistema, apparentemente funzionale, può avere però bisogno di amplificazioni di scala. In certi casi non basta moltiplicare per tre, ma per sei. In un giorno di afa una bibita di 2 euro, anche se moltiplicate per tre, non vi creerebbe problemi. Ma all'avaro sì. A quale cifra salire per condividere o per lo meno decifrare il suo comportamento? A 18. grazie alla moltiplicazione per sei. Ecco, a quel prezzo forse esitereste anche voi.


E mentre acquistate la bibita che continua a costare 2 euro, potete capire l'avaro che al vostro fianco, terreo, il viso imperlato di sudore, balbetta: "Grazie, non ho sete".



Giuseppe Pontiggia 

mercoledì 21 novembre 2012

Verde Reseda

Era il colore della mia prima auto.
Una Panda Young che ho usato e strausato fino a consumarne le gomme e rischiare di bucare da un momento all'altro. Tra estati post maturità e week end al mare con le amiche raccolte in giro per Milano. Ancora ricordo il rumore del motore in autostrada, talmente assordante che una volta arrivati alla meta ti rimaneva nel cervello per qualche giorno. 
Con quel dondolarsi nelle curve strette mentre accompagnavo le compagne di Liceo a casa.
Ne ha passate di tutti i colori, poveretta. Persino un periodo con mio fratello, quando ero ingessata, che me l'ha riportata con il parabrezza sfondato da una palla di neve. Un po' grossa, quella palla.
Alla fine ha tirato le cuoia ed è stata rottamata con onore.

Poi c'è stato il rosso della Ka.
Nuova. Scattante. Piccola ma giusta. 
Per fortuna meno rumorosa della precedente Panda. 
Con un piccolo grande difetto: il motore si fermava in curva. Anni e soldi spesi da elettrauti per capirne la causa. Una volta il Martirio me l'ha smontata ma siamo tornati da capo. 
Con lei i viaggi della 'maturità'.
Un testacoda sull'Aurelia in una mattinata post pioggia verso la Spagna.
Esalando l'ultimo respiro con una capriola ad effetto. Unica vittima una mucca di pelouche che i vigili hanno pensato fosse un essere umano. Ultimo pezzo della mia vita 'prima'.

E, fino a ieri sera, c'era la Grande Punto. Grigio metallizzato.
Uno dei primi ricordi è una gita al lago d'Iseo con un'amica che, provandola, si era meravigliata del servosterzo super leggero.
Ma, soprattutto, i ricordi legati a Stefano. E' stata anche la sua prima auto. Con lui ricordo un luglio afosissimo e una gita a trovare la Bis Nonna con il cucciolo che sudava tutte le camicie che aveva e anche più.

Ora invece la macchina non c'è più. Perduta nelle mani di qualche balordo che, ieri sera, se l'è portata via.
Mi piacerebbe essere un po' 'Alex Drastico' e dirgliene di belle ma sono troppo stanca per prendermela.

Ciao ciao G.P. torna presto. (si spera).

 

mercoledì 7 novembre 2012

Pubblicità

Avete qualche oggetto di cui vi volete sbarazzare?
I vostri mobili non vi piacciono più?
Vi siete stancati del vostro pc, tablet o cellulare?
Io sono la vostra soluzione!
Chiamatemi e verrò ospite da voi e vi distruggerò tutto quello che volete.

Attenzione: la sottoscritta potrebbe rompere più del necessario. Ogni lamentela sarà ignorata.




Anyting you want to get rid of?
Got bored of your pc, tablet or cellphone?
I'm your solution!
Call me and I'll be your guest and break every single piece of furniture you don't like anymore.

Warning: I may break more than I'm supposed to.

martedì 6 novembre 2012

mercoledì 31 ottobre 2012

Disastrosamente

Ultimamente sono un disastro.
Tutto ciò mi ricorda qualcosa.

My person

"She is my person... If I murdered someone, she's the person I'd call to help me drag the corpse across the living room floor"

I once was someone's person. Or thought I was. It was a long time ago.
Someone I could call just to say hello.
Someone who knew every side of me.
Someone I could tell everything.
Someone who wasn't my love nor my mother.
Someone I could send a message to in the middle of the night telling I made love that night and it was great.
Someone I could rant to without being blamed for what I did or didn't do.
I've got new persons now to talk to but they aren't my persons and I'm not their persons.
I miss my person.
I miss you.

Should I say it loud?

I miss you.
I miss my person.

Concorso

Tanto per capire il tipo di quiz a cui andiamo incontro...

1) Come si fa a mettere una giraffa nel frigo?*

2) Nel regno animale il Leone fà un discorso a tutti gli aniali. A quale animale non si rivolge?**

3) Sempre parlando del regno animale. C'è da attraversare un fiume infestato dai coccodrilli. Come si fà?***
























































* si apre la porta del frigo

** alla giraffa che è nel frigo

*** i coccodrilli si sono nascosti dal leone per cui il fiume è libero 




venerdì 19 ottobre 2012

punti di vista: il bagnetto

LEI:

Apre l'acqua calda e, mentre la vasca si riempie, si spoglia, ripiega il tutto e prepara tutto il necessario per quando uscirà.
- Accappatoio strategicamente appoggiato al mobile vicino alla vasca assieme a un asciugamano per i piedi e i capelli.
- Asciugacapelli sul mobile davanti allo specchio con vicina la spazzola.
- Vestiti puliti.
- Ciabatte
- Tappetino per non scivolare all'uscita.
Dopo il bagno, l'asciugatura dei capelli e magari un po' di crema, asciuga per terra dove ha bagnato, mette i vestiti sporchi nel cesto della roba sporca e, finalmente, esce dal bagno.

LORO:

- Aprono l'acqua calda e, mentre la vasca si riempie, si spogliano: calzini e mutande sul davanzale della finestra, pantaloni in giro per il bagno o su qualche mobile. Tappettino per terra con buttati su a mucchio gli accappatoi. 
- Riempiono la vasca con tutti gli animali di gomma possibili, palle, palline e chi più ne ha più ne metta.
- Si buttano a pesce nell'acqua e ci sguizzano come salamandre manco fosse un lago. Immersioni e minituffi a gogo.
- Escono grondanti d'acqua, recuperano gli accappatoi e urlano: "mamma dov'è la nostra roba?"
Dopo il bagno e l'asciugatura di peli e capelli, emergono puliti e profumati e si siedono a cena.
Dopo cena LEI va in bagno e mette via tutti gli animali di gomma, previa spremitura perché si sono tutti riempiti d'acqua. Nessuno escluso. Dopodichè asciuga dove LORO hanno bagnato.




giovedì 18 ottobre 2012

Squilli di tromba, suonino le campane...

La sottoscritta ha deciso di provare a far qualcosa di produttivo nella vita e ... (tadaaaan) si è appena iscritta al mega Concorso per poter diventare insegnante di ruolo.
Mica pizzi e fichi eh, qua non ci facciamo mancare niente.
Visto che:
- non ho mai insegnato se non a qualche pupo così per gioco
- non ho la minima idea di cosa sia un concorso pubblico
- sono giunta alla veneranda età di 44 anni senza mai lavorare
- ho pure un figlio a cui badare
direi che le mie probabilità sono pari a 0
tant'è... tempo da perdere ne ho e anche (udite udite) l'appoggio del Martirio


mercoledì 17 ottobre 2012

Come....

Trovarsi una sera d'autunno a provare a scrivere il libro che tutti hanno in mente e scoprire finalmente di riuscire a scrivere senza guardare le lettere sulla tastiera.

Intanto al Pupone è finalmente caduto il primo dente... me lo sono ritrovato avvolto in un fazzoletto all'uscita da scuola e, per compensazione, il Pupone si è rifiutato categoricamente di entrare in acqua in piscina per cui ci siamo limitati a osservare da fuori chi si stava divertendo a bordo vasca.


venerdì 12 ottobre 2012

Fortunata me

Che mi sono entrati in casa ma non hanno preso niente.

E tutto per un mazzo di chiavi dimenticati in montagna lo scorso weekend.
Stamattina entro in macchina per andare in palestra e metto le chiavi di scorta al solito posto, sotto il cruscotto. Finisco di fare ginnastica e mi avvio a fare una serie di commissioni.
Prima cosa in banca dove ci sarò stata si e no cinque minuti.
Poi all'Unieuro a comprare il cellulare nuovo (visto che la riparazione di quello fulminato mi costerebbe uguale). E lì, forse, ci avrò messo una ventina di minuti.
Per ultimo a fare benzina e sfruttare l'ultimo buono Esselunga, questione di secondi.
Arrivo sotto casa e mi accorgo di non avere più le chiavi di casa.
Eh si perchè la sottoscritta, cojona, le lascia in macchina le chiavi di casa. (Sono tante, pesano, ingombrano insomma sono una cojona pigra).
Ma c'è di più. La macchina era aperta. Il telecomando per la chiusura automatica non va perché mi è sparita la pila e ogni volta mi dico 'ma dai, ci metto un attimo'. Cojona e cretina.
Morale della favola, una volta accortami delle chiavi sparite, vado da Mamma a mangiare (furba, no?) anche perché pensavo di averle perse per strada, mi dicevo 'ma chi è che ruba mazzi di chiavi?'.
Finito il pranzo decido di tornare nei posti dov'ero stata per vedere di ritrovare le chiavi. Ma prima decido di passare da casa e... sorpresa sorpresa il topo era già passato.
Praticamente è come avere avuto una perquisizione della Polizia in casa.
Hanno guardato d'appertutto. Salone. Camere (pure la cameretta del Pupone). Bagno. Sgabuzzino.
Lasciando tutto aperto (come per dire il ladro è stato qua! e per fare in fretta). E rubando ben poco. "Solo" qualche catenina d'oro o fermacravatte. L'inico che ci ha rimesso, poveretto, è il Martirio che teneva quegli oggetti come reliquie perchè erano dei suoi genitori.
In compenso il Mac è ancora qua. Così come la macchina fotografica, la tv e lo stereo.
Unica altra vittima, il mio cellulare. Smontato e rotto. Mi hanno persino lasciato la scheda di memoria.
Mi sa che il topo era un po' deluso. Ne ha subito le conseguenze il cestino della roba sporca a cui, credo, hanno tirato un calcio.
Unico testimone del tutto è stato Pescio, il pesce rosso che però ha fatto scena muta. Muto come un pesce.

giovedì 11 ottobre 2012

Novità

Tira un'aria strana questa settimana.

Due annunci di bimbi in arrivo quasi inaspettate.
Ieri pomeriggio in piscina prima volta del Pupone nella vasca dei grandi. Lui, bello tranquillo, non fà una piega, segue l'istruttrice, si butta, nuota e chiacchiera con l'amica-fidanzata. 
Noi mamme, sugli spalti a bordo piscina, con il cuore a mille e l'emozione di vedere i nostri bimbi che crescono sotto i nostri occhi.
Prima ancora un disastro: il bagnoschiuma, non si sa come, è riuscito a evadere dal suo contenitore e si è versato tutto (dico tutto) nel borsone per cui mezz'ora è andata per lavare il tutto.
Risultato: tutto il contenuto, tra borsone e tasche del borsone, si è inzuppato. Compreso il cellulare.
Non mi va molto bene ultimamente con la tecnologia...

Stamattina crisi di pianto perché "voglio il mio papaà!" anche sel'aveva sotto gli occhi fino a due secondi prima. Poi, dopo il solito giro tra nonni e asilo, si è svelato l'arcano: voleva che il papi lo accompagnasse all'asilo. Provederemo.

All'asilo erano tutti un po' frignoni e agitati. Abbiamo cambiato tutte e due le maestre, tra l'altro. La mitica C. ci ha abbandonato per altri lidi e i bambini si sentono un po' orfani. Le nuove arrivate non sono piaciute ma, si sa, bisognerà aspettare almeno il primo quadrimestre per valutare. Stranamente stamattina la M. che di solito sembra musona e taciturna ha sorriso e ha dato un'informazione sulla sua vita privata (perché bisogna pur ricordarsi che 'ste donne hanno anche una vita oltreo l'asilo).

Stasera si esce a cena con due mamme dell'asilo. Un evento!


Tira un'aria strana....


domenica 7 ottobre 2012

L'Amica bionda

Praticamente una 'figlioccia'.
Ne parlavamo, anni fa, quando ci siamo conosciute attraverso il Bookcrossing.
Anni passati ai MU a sbevazzare birra, discutere di libri e della vita.
Poi Lei ha deciso di emigrare per ammmore (sue parole) a Vienna e ora gira il SudAmerica per un anno sabbatico.
Dopo vari tentativi ha finalmete un blog che dura da un annetto ed è un'ottima lettura per chi vuole sapere come la pensano i giovani d'oggi.

Vediamo, dai...

sabato 29 settembre 2012

Insciallah


Che ci piaccia o no, che lo si voglia o no: ecco il punto. Insuperbiti dagli schemi presuntuosi d'una cultura che in nome del razionalismo si vanta e si illude di spiegare tutto, distratti dal sacrosanto bisogno di sentirci padroni di noi stessi, non ci accorgiamo d'essere alla mercé d'una logica a noi estranea e per noi incomprensibile. Rifiutiamo insomma il mistero che gli antichi chiamavano Fato o Destino, ci raccontiamo che non esiste, e con buona ragione: è odiosa la parola destino. E' il simbolo d'una potenza che offende il concetto di responsabilità, la libertà di decidere secondo il nostro giudizio o i nostri desideri, il diritto di scegliere la nostra vita. Inoltre cela in sé il rischio della rinuncia, della rassegnazione. Sia-fatta-la-volontà-di-Dio, amen. Invece il destino esiste, purtroppo. Sta in ciò che definiamo Caso, coincidenze fortuite, e, per usarci a suo arbitrio si serve degli strumenti più insospettabili. Una frase insignificante, un incontro banale, un giocattolo innoquo. Una gioia, un dispiacere, un'amicizia, un amore, una bomba. E da ultimo ce ne convinceremo fino a rabbrividirne.



domenica 23 settembre 2012

Intermezzo

Di ritorno dal solito parchetto di Sanse, in macchina passiamo vicino a un conoscente che sta chiacchierando con una tizia. Stefano osserva, saluta e dopo un po' chiede: “Mamma ma quella era una Befana?“. E io: “No, amore, era una suora“. Sipario.

domenica 16 settembre 2012

L‘enigma

Isobel annuì e allora Jennings pensò com‘era semplice, o come poteva esserlo... quando non menano il can per l‘aia, quando dicono ciò che pensano e sanno veramente, e vivono nell'oggi invece che nel passato, conquant‘anni fa; quando dicono cose che si può aver intuito ma che per qualche ragione non sei riuscito a chiarirti... Nenche a Jennings piaceva molto Fielding o quel tipo di vita. Solo che si finiva per subire il lavaggio del cervello e si divente pigri, si accettano i valori dei supplementi domenicali a colori, i pregiudizi della gente più grande e della professione, dimentocando che ci sono persone indipendenti e dalla mente aperta che vedono attraverso tutto questo e non hanno paura...

sabato 15 settembre 2012

L‘altra vita

L‘altra vita. Una domenica di settembre al mare. Poca gente, mare trasparente dove fare gli ultimi tuffi in un'estate che tarda a lasciare il posto all'autunno. Famiglie per un we di relax mentre i bimbi si tuffano e fanno castelli di sabbia. Coppie e gruppi di ragazzi che si caricano di energia per il nuovo anno scolastico. L‘acqua è fresca e piacevole non lo diresti ma ti fà venir voglia di non uscire più. Resto un po' a mollo sul bagnasciuga e mi cade l‘occhio su un bel telo steso a pochi passi da me. Ho visto in giro i vucumprà che li vendevano, colori vivaci e stampe di animali. Mi ricordo che in casa ne abbiamo uno come copriletto. Lo stanno usando due ragazze sdraiate a prendere il sole. Giovani, carine e abbronzate. Sicuramente due amiche al mare per una pausa tra un'esame e l‘altro. Qualcosa m‘incuriosisce, una delle due a un certo punto allunga una mano e tocca i riccioli dell'altra. Un gesto che a prima vista sembra innoquo ma che mi è sembrato avesse un nonsochè di particolare. La mattina passa tra bagni di sole e di mare, un pic-nic improvvisato in un pezzo di ombra e una pennichella veloce. Verso sera ilPupone e il Papi vanno verso il parco giochi e rimango a leggere seduta sulla sabbia ma la mia attenzione è catturata ancora dalle due ragazze. Ora sono sedute una di fronte all'altra e le gambe sono intrecciate, i visi vicini, quasi a sfiorarsi. Potrebbero essere due amiche molto affiatate o due sorelle. Un particolare mi ha fatto sospettare che fossero qualcosa di più: nel rimettere a posto le cose da spoaggia, tutto è entrato in una sola borsa. Come se quelle due giovani donne fossero famiglia, conviventi o amanti. Le mie sensazioni dicevano ‘amanti‘, ‘coppia‘ e gli occhi constatavano come tutte le coppie siano uguali. Che la storia degli amori umani si ripete. È solo questione di alchimia e magia.

lunedì 10 settembre 2012

venerdì 31 agosto 2012

New Year resolutions

Chissà perché certi pensieri mi vengono sempre a fine estate. Altro che anno nuovo. Mi ricordo, anni fa, ispirata da una situazione bucolica e rilassata, un proposito del tipo “laurea, lavoro, matrimonio e figli“, in parte realizzato. Non sempre quello che pensiamo farà parte del nostro futuro. P.s. certo che postare con un cellulare non è il massimo ma si deve, con un mac fulminato. Amica...domanda : meglio ipad o mac?

domenica 19 agosto 2012

Una volta qualcuno diceva che, a partire dai quarant‘anni, se ti svegli senza disturbi vuol dire che sei morto. Chiunque fosse, aveva ragione, ma gli mancava solo di aggiungere che se una notte non vai nemmeno a dormire, rischi di morire sul serio. L‘uomo con le formiche in bocca Miguel Barroso

mercoledì 25 luglio 2012

“ Prego, una sigla qua e una firma là“. Devo esercitarmi con le sigle mi sa...

giovedì 19 luglio 2012

Casa

Salgo a Milano per un giorno, senza prole, e nel condominio fanno la pulizia degli spurghi. Bentornata!

mercoledì 18 luglio 2012

Cecità

Vuoi che ti dica cosa penso, Parla, Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.

sabato 14 luglio 2012

Frutta

In coda dal fruttivendolo del paesino vacanziero.
F: “prego, cosa desidera?“
E: “lascio decidere alla mia signora“
Io: “un chilo di pesche gialle, grazie.“
F: “siete una coppia voi due? Sa, al giorno d‘oggi non si sa mai. E poi non c‘è niente di male. L‘ho sempre detto io che bisogna provare di tutto.“

 Intanto, in spiaggia, il tormentone dell' estate: inno d‘italia e hanno ucciso l‘uomo ragno. In quest‘ordine preciso.

sabato 30 giugno 2012

Pubblico e Privato

Sabato sera ozioso in quel di Restegassi. Alla tv niente di interessante a parte gli 'Scherzi' di Amendola e Chiabotto. E' la volta di Irene Pivetti. Uno scherzo un po' pesante, specialmente nel finale tanto che la 'povera' vittima si mette a piangere. Lo scherzo, in poche parole, è far credere alla Pivetti che la Chiesa per stare al passo dei tempi ha fatto alcune modifiche e modernizzato alcui riti. Si capisce fin da subito che è uno scherzo ma poi si finisce sul pesante fino a mostrare foto della Pivetti nelle sue varei fasi, da politica a trasgressiva.
Ok, lo scherzo è pesante. Ok hanno esagerato.
Ma l'atteggiamento della 'vittima' mi ha fatto un po' sbarellare. Ma, insomma. Ti mostri così cattolica, così fedele, sottomessa (tanto che ad un certo punto si è messa a pregare e aveva atteggiamenti del tipo "scusa Signore ma non sanno quello che fanno etc."). Però le foto mostravano quello che, nella sua vita, aveva fatto prima di quel momento.
Come per dire: "quello che faccio nella mia vita pubblica è una cosa, quello che faccio in quella privata un'altra". Lontana da Dio una cosa, vicina a Dio un'altra.

Eh no, cara mia.
Per me la cosafunziona in modo diverso.
Lontana o vicina a Dio io sono quello che sono. Pubblico, privato e tutto quello che c'è di mezzo.


venerdì 29 giugno 2012

Tifo silenzioso

Italia-Germania 2-1
Ieri sera ero solo io a fare il tifo. Neanche tanto poi silenzioso ma circoscritto a casa nostra con ilMartirio che passava davanti alla tv sbraitando "Io gli butto una bomba in quello stadio" o imponendo di abbassare il volume della tv perché voleva dormire.
Per fortuna Stefo ha preso più da me come carattere. Un po' di tifo, al tavolino a disegnare e il viso sorridente quando gli ho detto che avevamo vinto.

Tutt'altra cosa con Faccialibro e Watsup

Io: "Non ci siamo...guarda l'allenatore tedesco com'è tranquillo..."
M: "Forse è andato a Concorezzo e si è stancato"
due minuti dopo
Io: "Goooooooooooooal!"
M: "Goal! E che cacchio, almeno stavolta!"
Io: ":D Grande Buffon!... Rigooooooooooooooal! Così imparano ad andare all'Aquaworld! Li facciamo neri!"
M: "Per una volta ci possiamo riposare un po' senza soffrire dall'inizio alla fine!"
Io: "Aspetta va... che persino l'allenatore tedesco si è alzato in piedi. Oh oh qua attaccano. Si sono incazzati di brutto!"
M: "Ma che ce ne frega mo' gli facciamo il terzo"
Io: "Aiutoooo. Peloooo! Ma quanto è mitico Buffon!? Ma quanto mancaaaa?"
M: "Ma che ne so, ormai ho perso il controllo!"
Io: "I tedeschi sono bolliti! Poveri, mi viene quasi voglia di tifare un po' per loro. Dai, uno possiamo lasciarglielo fare..."
M: "Non lo dire nemmeno, al massimo al 92°. Comunque un'Italia così non si è mai vista!"
Io: "Vero. Mai vista l'Italia che cerca così il terzo goal.... DiNatale fuoriiii! Azz 4 minuti... Rigore. Cazzo"
M: "Rigore. Non ci posso credere"
Io: "Ma dai! Ma stiamo scherzando? L'hai visto il portiere dei tedeschi?"
M: "No comment"
Io: "GRANDIIII! ABBIAMO VINTO!"
M: "E vaffanculo a tutti!"
Io: "Notare il silenzio di Trezzano. No comment"
M: "Domani bambini con la maglietta! Ma stì Trezzanesi sono delle merdacce!"

Finita la partita silenzio di tomba. Non un clacson, non una trombetta. Neanche un urletto.
In tempo di austerity non si festeggia neanche più.

Voglio vedere domenica se vinciamo...

sabato 23 giugno 2012

Stream of consciousness

Inizio estate fuori città seguendo le partite di Euro 2012 sorseggiando crema di Limoncello laFrancia gioca come l'Italia nbjnòjòsègmèwutmvwè9r+'39r+rjjjjjuuuuuurrncbg bgggroyyo.14d.12rke<<ò (piccolo incidente domestico, figlio che scrive) e chi non segue va a caccia di lucciole discorsi tra vicini su vicini parenti che non si parlano il pupo mattacchione che ha ritrovato Crichetto grigliata lungofiume sonno sole nuvole piscina di nonna aquaworld

e siamo solo a una settimana dalla fine della scuola materna

sarà una lunga estate

calda, si spera

mercoledì 20 giugno 2012

via Katalin




"Diventare vecchi è un processo diverso da come lo rappresentano gli scrittori, e somiglia poco anche alle descrizioni della scienza medica.
Nessuna opera letteraria, né tantomeno un medico, avevano preparato gli abitanti di via Katalin al particolare nitore che l'invecchiare avrebbe portato nella buia galleria percorsa quasi inconsapevolmente nei primi decenni delle loro vite, né all'ordine che avrebbe messo tra i loro ricordi e le loro paure, o al modo in cui avrebbe modificato i loro giudizi e la loro scala di valori. Avevano capito di dover mettere in conto alcuni cambiamenti biologici, perché il corpo aveva cominciato un lavoro di demolizione che avrebbe concluso con la stessa precisione e lo stesso impegno con cui si era preparato la strada da compiere fin dall'istante del loro concepimento; avevano anche accettato il fatto che il loro aspetto sarebbe cambiato, i sensi si sarebbero indeboliti, i gusti ed eventualmente anche le abitudini o i bisogni si sarebbero adeguati alle variazioni del fisico, rendendoli più voraci o più frugali, più timorosi o forse più suscettibili; e sapevano persino che la regolarità di funzioni come il sonno o la digestione, che quando erano giovani sembravano scontate quanto l'esistere stesso, sarebbero diventate problematiche. Nessuno aveva spiegato loro che la fine della giovinezza è terribile non tanto perché sottrae qualcosa, quanto piuttosto perché lo apporta. E quel qualcosa non è saggezza, né serenità, né lucidità, né pace. E' la consapevolezzz che il Tutto si è dissolto.
All'improvviso si accorsero che l'invecchiare aveva disgregato quel passato che negli anni dell'infanzia e della giovinezza consideravano così compatto e solido: il Tutto era caduto a pezzi e, anche se non  mancava nulla, perché quei frammenti contenevno ogni cosa successa fino a quel giorno, niente era più come prima. Lo spazio era diviso in luoghi, il tempo in momenti, gli eventi in episodi, e gli abitanti di via Katalin avevano infine capito che nelle loro vite soltanto un paio di luoghi, un paio di momenti e alcuni episodi contavano davvero. Tutto il resto era stato un semplice riempitivo nelle loro fragili esistenze, come i trucioli che si versano nelle casse prima di un lungo viaggio per impedire al contenuto di rompersi.
Ormai sapevano che la differenza tra i morti e i vivi è solo qualitativa, non conta granché, e sapevano anche che a ciascuno tocca un solo essere umano da invocare nell'istante della morte."

"Esistono modi di parlare in cui le parole sono formate da vocali e consonanti solo per convenzione, sono talmente pregne di emozioni che non hanno bisogno di essere sensate."


giovedì 14 giugno 2012

Differenze




Diversità.
Ci insegnano che quando nasciamo siamo tutti uguali.
Le mamme, parlando dei loro figli e di quelli degli altri, constatano che "sono davvero tutti uguali". Che fanno tutti le stesse cose, gli stessi capricci, passano tutti le stesse fasi anche se in tempi differenti.
Che in fondo al mondo siamo tutti uguali. Povero, ricco, grande, nero, bianco o giallo che sia.

Invece
Ogni bambino è diverso dall'altro nel suo modo di vedere le cose. Nel suo carattere, chi solitario chi compagnone. Chi mangia la verdura e chi no. Chi è più coraggioso chi invece più cauto.
Così per gli adulti. Chi fuma e chi no. Chi ama una donna chi un uomo o chi tutti e due. Chi è astemio e chi beve dalla mattina alla sera. Chi è vecchio e saggio e chi giovane e incosciente. Chi è magro e chi è grasso.

Le differenze ci sono. E meno male.




lunedì 11 giugno 2012

  



"Solo in età adulta avrei imparato a non scappare dalle bare ancora aperte. E avrei scoperto che i morti rimpiccioliscono. Quasi che l'abito d'ossa si restringa di un paio di misure, dopo che lo spirito ha smesso di alitargli la vita.
I morti rimpiccioliscono e i sopravvissuti incattiviscono, come innamorati respinti. Sono offesi con il mondo che non soffre quanto loro."


"No essere amati è una sofferenza grande, però non la più grande. La più grande è non essere amati più. Nelle infatuazioni a senso unico l'oggetto del nostro amore si limita a negarci il suo. Ci toglie qualcosa che ci aveva dato soltanto nella nostra immaginazione. Ma quando un sentimento ricambiato cessa di esserlo, si interrompe brutalmente il flusso di energia condivisa. Chi è stato abbandonato si considera assaggiato e sputato come una caramella cattiva. Colpevole di qualcosa d'indefinito."

"Gli affetti dell'infanzia si imprimono nel cuore come tatuaggi indelebili. Quando sembrano morti sono solo svenuti. E possono riprendere a vivere senza bisogno di troppe spiegazioni."

"Succede a noi che  ospitiamo Belfagor nello stomaco. Pur di non fare i conti con la realtà preferiamo convivere con la finzione, spacciando  per autentiche le ricostruzioni ritoccate o distorte su cui basiamo la nostra visione del mondo.
Molte frasi attribuite ai personaggi storici sono state inventate dai loro biografi. Eppure le citiamo con convinzione. Per rassicuraci dei nostri pregiudizi, leggiamo e ascoltiamo solo chi già la pensa come noi. E ci lasciamo cullare la mente da storie fasulle e versioni tranquillizanti, interpretando la realtà in forma mitica e i miti in forma letterale.
L'intuizione ci rivela di continuo chi siamo. Ma restiamo insensibili alla voce degli dei, coprendola con il ticchettio dei pensieri e il frastuono delle emozioni. Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perché altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere. Completamente vivi."








giovedì 7 giugno 2012

Bambino marrone

La classe di Stefano è multicolore.
Ci sono bimbi visi pallidi e visi scuri. Di più nazionalità e varietà.

Ieri pomeriggio all'uscita di scuola:
M. (bimbo di origini asiatiche sul colorato pallido): "Hey signora quel bimbo ha detto qualcosa".
Io: "Quale bimbo?"
M. : "Il bambino marrone"

domenica 3 giugno 2012

Ricordi di sensi

Tatto:

La pelle di mio figlio quando mi dice: "mi fai i grattini qui?". Potrei passare delle ore ad accarezzargli e massaggiarli i piedi soffici e lisci con quei cuscinetti che sembrano quelli delle zampe dei gatti.

Vista:

Il primo e l'ultimo scorcio del mare.
Il mondo visto dall'alto di un aeroplano.

Olfatto:

Il profumo di un'amica.
L'odore di papà. Un misto di dopobarba, fumo  e stanchezza.
L'odore di casa.
Un libro nuovo. E uno vecchio.
L'odore delle stazioni, l'interno di un aereo. Odore di viaggi.
L'odore di mamma

Gusto:

I biscotti al cocco della mamma di un'amica d'infanzia ormai persa per il mondo. Ho, più o meno la ricetta, ma non ne ho più mangiati di così buoni.
Il coniglio al verde di Mamma Nerd.
La salsa della Zia Bionda. Peperoncini verdi sott'aceto, tonno e cipolla.

Udito:

La prima volta con gli apparecchi.
Gli uccelli che annunciano la primavera.
Il miagolio di Gulliver.
Lo strano silenzio senza gli apparecchi quando tutto dorme. 


venerdì 1 giugno 2012

Io e Dio

Di ritorno dal mare, in piena autostrada, mi vengono pernsieri mistici che condivido con ilMartirio mentre Stefano se la dorme beatamente.
Un lungo discorso che dura per tutto il viaggio.
La conclusione mi lascia un perplessa e tuttora in dubbio sul credere o no e sul cosa credere. Scienza? Dio? Destino? Casualità? Coincidenze? Puro c**o?
Un attimo fa, sbirciando su Faccialibro una nuova amicizia, mi imbatto in questo:

"Noi atei crediamo di dover agire secondo coscienza per un principio morale, non perché ci aspettiamo una ricompensa in Paradiso."
Margherita Hack

E quest'altro:

Hanno chiesto a José Saramango: "Come possono gli uomini senza Dio essere buoni?"
E lui ha risposto: "Come possono gli uomini di Dio essere così cattivi?"




giovedì 31 maggio 2012

S. Paolo II - la vendetta

Questa volta sembrava di essere in un episodio di 'Grey's Anatomy'.
Visita di controllo e Plestimografia Corporea (che detto così sembra chissa che ed è una Spirometria in cabina con blocco). Per il reparto di Pneumologia girano dottori e dottoresse giovanissime, tutti specializzandi o tirocinanti. Finito l'esame e il controllo, vado a mangiare un panino al bar dell'ospedale dove ritrovo i sopracitati a mangiare chi il panino chi qualcosa portato da casa.
Tra una cosa e l'altra arrivo finalmente a casa dove trovo cinque chiamate dal n° 8184. E' l'ospedale che, proprio un minuto fa mi ha richiamato. Era la cassiera dove ho pagato la visita e l'esame, tot. euri 78,30. La cassiera dice che le mancano 12-13 euri ed è convinta di avermeli dati in più. Io sono convinta di avere dato 90 e di aver ricevuto 11,70 di resto (10 dei quali ho usato poi al bar per il panino, neanche li avevo messi via nel portafoglio).
Bel busillibus. Io manco so quanto avevo nel portafoglio.
Visto che la prossima visita e il prossimo esame (5 novembre) mi costeranno altrettanto se non di più, tanto vale tenerseli quei pidocchiosi 10 euro.
O no?

Forse dovrei chiedere all'amica "avvocata"



lunedì 28 maggio 2012

Giornata S. Paolo

Mattinata trafficata al S. Paolo.
Alle 10 avevo appuntamento con il Dr. Lozza per una visita O.R.L. (Otorinolangoiatra per i novelli come me). All'Amplifon mi avevano detto di andare al 9° piano. Arrivo all'entrata dell'Ospedale e leggo le indicazioni per trovare l'ambulatorio. Nessuna traccia di O.R.L. Chiedo al custode che mi manda all'8° piano, sezione B. Prendo l'ascensore (che, come in tutti gli ospedali, è un terno all'otto) e arrivo al piano 8. Leggo: 'Reparto maxillo-facciale'. Di ambulatorio O.R.L. ancora nessuna traccia e sono già le 10 passate. Decido allora di salire, a piedi questa volta, al piano 9. Leggo: 'Centro per l'epilessia e Clinica del sorriso'. neanche qua. Allora si torna giù di sotto e si aspetta. Chiedo a un infermiere dov'è l'ambulatorio dell'otorino e lui mi indica una stanza vuota. Aspetto. E sono le 10.15. Alle 10.20 mi decido, finalmente, a chiedere a un chirurgo di passaggio. "Il Dr. Lozza è al 9° piano". Bene! Torno su di nuovo. Noto il cartello 'Otorinolangoiatra' che non avevo visto prima, l'ufficio medico, l'ambulatorio e la segreteria tutto insieme. Urrah! Sono ormai le 10.30. Mi metto come un avvoltoio di fronte alla porta aperta della segretaria e aspetto che la poveretta finisca almeno 4 telefonate a raffica. La signora, molto gentile, chiama il Dr. Lozza (che mi stava cercando in giro per l'ospedale) che compare 5 minuti dopo. In meno di mezz'ora la visita è fatta. I timpani sono in buono stato, il problema è interno, probabilmente causato dalla forte anestesia per il mio intervento di scoliosi di vent'anni fa. Per maggior sicurezza va fatta una Risonanza Magnetica. 
Ringrazio il Dr. Lozza e, prima di andare a pagare la visita e prenotare la MRI, scendo al 7° piano a salutare i 'colleghi' A.b.i.o. (con una mezza promessa di tornare anche io a settembre).
Eccomi finalmente alle casse. Per pagare non c'è fila (98 euri) e me la cavo in un baleno. Tutt'altra storia per la prenotazione. Prendo il biglietto e aspetto. Il display segna 170, il mio numero è 239. Un po' di attesa poi un salto al bar a prendere un panino e una bottiglietta d'acqua. Tempo di leggere un po' sul Kindle e di guardarmi in giro. Tornando dal bar leggo che per gli esami prescritti dopo una visita odierna ci vuole la lettera C. Io ho la A. Mannaggia! Riprendi un altro numerino. Il display segna 87, il mio è 110. Aspetta ancora e fai la gara a chi arriva prima, la A o la C? Vince la A! Mi avvicino allo sportello e la signora dietro al vetro mi dice: "Le prestazioni di Medicina Nucleare vanno prenotate direttamente in ambulatorio. Piano -2" (e noi eravamo a -1). Rassegnata vado al piano -2, Medicina Nucleare. Davanti a me solo un signore che, appena sente la frase "radioattività, stare lontano da bambini e donne incinte per almeno un giorno dopo l'esame che dura dalle 3 alle 4 ore" si caga sotto e chiede delucidazioni, spiegazioni, di tutti e di più e se ne va dopo mezz'ora. Io, sorridendo, mi avvicino allo sportello e alla signora dietro al vetro che durante la conversazione con il signore mi lanciava sguardi come per dire "ah, stì uomini paurosi" e il "mi scusi, sa". La signora, puntualmente (ormai ci avevo fatto il callo9 mi dice: "Per questi esami si va direttamente in Radiologia non qua". Vabbè, come non detto. 
Finalmente, in Radiologia, mi danno un appuntamento per il 3 settembre e mi riempiono di scartoffie da compilare e un esame del sangue da fare.
Ce l'ho fatta.
Trionfante esco nell'aria maggiolina e calda. Sono le 13.00.


Mi chiedo: la mia prima MRI. Sarà come essere in un episodio del Dr. House. Cool!


Menu del giorno

Giocando sotto la 'Nave Pirata' sul lungomare. 30°- 40°
"Allora, cosa vuoi da mangiare?"
"Un bell'osso buco! E' tanto che non ne mangio. Con le carote il sedano e un po' di salsa"
"E tu?"
"Voglio la cassoeula!"
"Ma tutte robe complicate!". Si ripara nella sua 'cucina' e ne esce poco dopo portando dei piatti immaginari.
"Ecco qua la tua cassoeula bella calda. E per te il tuo osso bucato"

Ovviamente era tutto buonissimo.

lunedì 21 maggio 2012

Parto e collaterali



Then the doctor told her quite sternly that she must PUSH, and she did, and then she felt something being taken from her. It was a clear and distinct feeling, one she would never forget - the thing taken.


Another sign - and they were multiplying all the time - that there was another human being in the place, not just a carbon copy of one of them or a combination of both. It made her a little sad. Someday her child would be a strange to her, and she would be a strange to him...


domenica 13 maggio 2012

Una scrittura femminile azzurro pallido


Leonida si girò di scatto. Amelie disse allora: "Quand'è che ti decidi a guardare la posta?".
"Che noia mortale" mormorò lui, guardando attonito la pila di lettere su cui la sua mano continuava a posarsi, esitante e riottosa. Poi sfogliò le lettere come fanno i giocatori con un mazzo di carte e le guardò con l'esperienza consumata del funzionario a cui basta una mezza occhiata per capire che cosa c'è di importante nella "corrispondenza in arrivo". Erano undici le lettere, di cui dieci scritte a macchina. Tanto più eloquente spiccava in quella serie amorfa l'undicesima lettera scritta a mano con inchiostro azzurro pallido. Una scrittura femminile, i caratteri grandi, un poco ripidi e severi.
...
Come tutti gli altri funzionari dello Stato di grado elevato, il capodivisione non teneva i signori ministri in particolare considerazione. Questi ultimi cambiavano di continuo, infatti, in base ai giochi di forza politici, mentre lui no, lui e i suoi colleghi restavano al loro posto. I ministri, portati alle stelle dai partiti per poi essere spazzati via da questi stessi partiti, somigliavano perlopiù a poveri naufraghi aggrappati disperatamente alle zattere del potere. Non avevano né la giusta visione per comprendere i labirintici iter del lavoro ministeriale né la giusta sensibilità per le sacre regole della burocrazie fine a se stessa. Nella stragrande magigoranza dei casi, erano uomini rozzi e mediocri che non sapevano far altro che sforzare la loro voce sguaiata per parlare in riunioni di piazza o bussare con fastidiosa insistenza alle porte di servizio degli uffici ministeriali per raccomandare i loro compagni di partito o le loro famiglie.

lunedì 7 maggio 2012

Datti all'ippica

Sentita questa mattina su RMC:

L'autore dell'espressione è Achille Starace, gerarca fascista. Nel 1931 Starace, dovendo rappresentare il Partito Fascista presso un convegno di medicina, vi arrivò con un'ora di ritardo. Di fronte all'irritazione dei medici, Starace si giustificò affermando che non avrebbe potuto rinunciare alla sua cavalcata quotidiana, esortando gli ascoltatori a uno stile di vita meno intellettuale e più fascista con le parole: Fate ginnastica e non medicina. Abbandonate i libri e datevi all'ippica. L'espressione divenne proverbiale.

Un luogo incerto





Adamsberg parcheggiò l'auto di fronte al mae, quando la strada cominciò a diventare sabbiosa. I suoi orologi e l'altezza del sole indicavano più o meno le sette e mezzo. Spiaggia liscia, distesa deserta, con gruppi di uccelli bianchi e silenziosi.
Scese senza far rumore. Il mare calmo e l'azzurro intatto del cielo gli sembravano molto provocatori, poco in sintonia anche con il suo stato d'animo nei confronti di Zerk: agitazione, stordimento, che spuntavano come sciocchi fili d'erba su un mucchio di macerie. Sarebbe stata più adatta una selvaggia tempesta sull'oceano e poi, quella mattina, un cielo coperto, dove non si distingue la linea dell'orizzonte. Ma la natura decide da sé, e se imponeva quell'immobile perfezione, lui era pronto a interiorizzarla per un'ora.

- Plog, - disse.

sabato 5 maggio 2012

Revival

Impressionante...
Girare per la rete e ritrovare uno con cui chattavo sul mitico Icq più di venti anni fa.

gosh!

mercoledì 2 maggio 2012

Passami il sale



Se prima pensavo di non capire la politica, adesso ne so anche meno e quello che so è quello che c'è veramente.
Tanta tenerezza per Clara Sereni quando parla come mamma. Mi ricorda molto una mamma di un mio compagno delle elementari che credo avesse lo stesso problema psicologico.
Mi piacerebbe leggere il suo 'Casalinghitudine'.

lunedì 30 aprile 2012

A.D.


Tutti hanno un'Amica Depressa ed eternamente insoddisfatta.
A volte è personale e non cedibile. Altre volte, per fortuna, è condivisibile.
Di regola la A.D. si lamenta di una vita che non le piace, di un amore finito male (o mai cominciato se non addirittura a senso unico), della salute che non c'è e di chi più ne ha più ne metta.
La mia personale A.D. la condivido volentieri anche se chi venisse coinvolto non credo ne sarebbe molto contento.
E' la classica persona che, alla domanda 'Come va?' risponde perentoriamente e certamente con una serie di spiegazioni del perché la sua vita non va bene.
Ad un tuo 'ma sparati un colpo' pensato sottovoce potrebbe venirti a mente che la A.D. ha avuto in famiglia qualche caso di morto auto ammazzato o quasi e indi taci per mai più profferire verbo.
La giornata con una A.D. può anche passare piacevolmente, fino a quando la A.D. non si ricorda del perché è una A.D. e a quel punto decidi che è ora di andartene a casa o di cercare al più presto un diversivo. Un po' come con un bambino capriccioso.
Spesso la A.D. non sa di essere una lagna completa e profferisce frasi come: 'meno male che io trovo sempre il bello nelle cose' al che non sai se scoppiare a ridere o a piangere.
Se per caso ti capita di lamentarti di un dolorino o di una situazione non proprio felice della tua vita la A.D. interviene con un 'ah sai come ti capisco, figurati che io... (riempire a piacimento con vostre lamentele).
Pur di non sentire per un po' una A.D. saresti disposta a inventarti trasferte in Siberia o nel Burgundi, salvo poi sentirti una traditrice per averla abbandonata al suo triste destino perché, in fondo, è una tua Amica e a volte anche tu sei stata una A.D. e l'unica che ti ascoltava era lei.

in fondo siamo tutte un po' A.D.




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