lunedì 11 giugno 2012

  



"Solo in età adulta avrei imparato a non scappare dalle bare ancora aperte. E avrei scoperto che i morti rimpiccioliscono. Quasi che l'abito d'ossa si restringa di un paio di misure, dopo che lo spirito ha smesso di alitargli la vita.
I morti rimpiccioliscono e i sopravvissuti incattiviscono, come innamorati respinti. Sono offesi con il mondo che non soffre quanto loro."


"No essere amati è una sofferenza grande, però non la più grande. La più grande è non essere amati più. Nelle infatuazioni a senso unico l'oggetto del nostro amore si limita a negarci il suo. Ci toglie qualcosa che ci aveva dato soltanto nella nostra immaginazione. Ma quando un sentimento ricambiato cessa di esserlo, si interrompe brutalmente il flusso di energia condivisa. Chi è stato abbandonato si considera assaggiato e sputato come una caramella cattiva. Colpevole di qualcosa d'indefinito."

"Gli affetti dell'infanzia si imprimono nel cuore come tatuaggi indelebili. Quando sembrano morti sono solo svenuti. E possono riprendere a vivere senza bisogno di troppe spiegazioni."

"Succede a noi che  ospitiamo Belfagor nello stomaco. Pur di non fare i conti con la realtà preferiamo convivere con la finzione, spacciando  per autentiche le ricostruzioni ritoccate o distorte su cui basiamo la nostra visione del mondo.
Molte frasi attribuite ai personaggi storici sono state inventate dai loro biografi. Eppure le citiamo con convinzione. Per rassicuraci dei nostri pregiudizi, leggiamo e ascoltiamo solo chi già la pensa come noi. E ci lasciamo cullare la mente da storie fasulle e versioni tranquillizanti, interpretando la realtà in forma mitica e i miti in forma letterale.
L'intuizione ci rivela di continuo chi siamo. Ma restiamo insensibili alla voce degli dei, coprendola con il ticchettio dei pensieri e il frastuono delle emozioni. Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perché altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere. Completamente vivi."








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